Oggi la nostra dott.ssa Giulia Pucci vi parlerà di Tutto ciò che di falso si pensa e si dice sul bilinguismo, cercando di sfatare i principali miti e preconcetti che ruotano intorno a questa tematica.
E sono lieta di questa seconda parte perché finalmente tanti di voi che mi scrivono troveranno alcune preziose risposte, rassicurazioni e anche spiegazioni scientifiche.
Purtroppo -come anche dice Giulia – ancora oggi nella nostra società, molte persone (compresi gli insegnanti, gli specialisti e i politici) mostrano diffidenza verso il bilinguismo, il quale continua a essere oggetto di pregiudizi e timori, alimentati da una mancanza di informazione. Queste false opinioni finiscono inequivocabilmente per colpire la vita stessa di quei bambini che avrebbero l’opportunità di crescere bilingui.
Ecco qua un elenco di FALSITA’
1) Il bilinguismo crea confusione tra le lingue, con conseguente impossibilità di parlarne bene nessuna delle due
Apprendere più di una lingua non prevarica il raggiungimento della piena competenza nelle due lingue in quanto il cervello è naturalmente multilingue, cioè perfettamente capace di gestire due o più lingue contemporaneamente.
Ciononostante, può capitare che:
– nei primi anni di vita, i bambini bilingui manifestino un leggero e temporaneo rallentamento nello sviluppo linguistico rispetto ai coetanei monolingui. Non c’è però ragione di allarmarsi: il bambino bilingue, in breve tempo, sarà capace di recuperare il divario e gestire agevolmente non una, ma ben due o più lingue;
– i bambini bilingui, mentre parlino, mescolino le due lingue. Anche questo fenomeno non deve assolutamente preoccupare poiché rappresenta una fase normale e passeggera e non sta affatto a indicare che il bambino non sia consapevole di parlare due lingue, che faccia confusione e tantomeno che abbia un problema di linguaggio.
2) Apprendere due lingue richiede uno sforzo eccessivo ai bambini, con una ricaduta sul piano dello sviluppo cognitivo generale
L’apprendimento delle lingue durante la prima infanzia è un fatto naturale e privo di sforzo. I bambini sono infatti dotati di una predisposizione innata per l’acquisizione del linguaggio; questa capacità, però, decresce a partire dai 5-6 anni, fino all’adolescenza, verso i 12 anni (ecco perché è importante che i bambini siano esposti il prima possibile a entrambe le lingue!).
3) Essere bilingui può avere ripercussioni negative sull’andamento scolastico.
Essere bilingui non ha alcuna ricaduta negativa sull’esperienza scolastica, ovvero se nel bambino si manifesta una difficoltà o un disturbo negli apprendimenti è a prescindere dal suo essere bilingue. Pertanto, bloccando il bilinguismo non otteniamo alcun vantaggio; al contrario, la ricerca sottolinea che l’abbandono della lingua madre sia assolutamente controproducente (come vedremo meglio in seguito).
4) Il bilinguismo può causare o aggravare altri disturbi.
Il bilinguismo non causa alcuna patologia, non ha controindicazioni e non produce effetti collaterali indesiderati.
5) Il bilinguismo è da evitare nel caso in cui il bambino abbia una diagnosi di DSL (Disturbo Specifico di Linguaggio), di DSA (Disturbo Specifico dell’Apprendimento) o ritardo cognitivo in quanto andrebbe a sovraccaricarlo troppo.
Premesso il fatto che il DSL, il DSA e i ritardi vari si manifestano sia tra bambini bilingui che monolingui, le ricerche recenti (anche in questo caso) non suggeriscono di bloccare il bilinguismo.
6) Il bilinguismo è utile soltanto se entrambe le lingue sono ad ampia diffusione (non nel caso dei dialetti o delle lingue minoritarie)
Ciò è profondamente sbagliato: non esiste un bilinguismo buono e uno cattivo.
Si definisce bilingue colui/colei che parla inglese e italiano, italiano e sardo, così come si parla di bilinguismo tra una lingua vocale e una lingua dei segni (per esempio la LIS, usata in Italia): in questo caso parliamo di bilinguismo bimodale. Sono tutti ugualmente bilingui e non c’è nessuna differenza sul piano linguistico e cognitivo; esiste piuttosto un diverso atteggiamento verso queste lingue dal punto di vista sociale e politico.
Per concludere possiamo quindi affermare che:
lungi dal provocare danni, lo sviluppo bilingue (soprattutto se precoce) può offrire notevoli benefici.
Per scoprire quali siano, non perdete il prossimo articolo!